Un incubo tipico della gravidanza (13)

0
842

A molte mamme capita di avere degli incubi, ossia di fare dei sogni caratterizzati da sensazioni di ansia e angoscia dai quali si svegliano in uno stato di prostrazione, di malessere e di stanchezza. Spesso li raccontano con stupore, non trovando un nesso con le sensazioni di benessere e di serenità che accompagnano la loro gravidanza. L’approfondimento individuale dei pensieri latenti collegati al contenuto manifesto (cfr. I sogni in gravidanza) riduce la frequenza di questi sogni assai dispendioso a livello energetico per la sognatrice.  Infatti raccontare i ricordi che associativamente il sogno porta a galla significa poter diluire il conflitto soggiacente, permettendogli di scaricarsi in modo più fisiologico attraverso la verbalizzazione.

Vediamo come Lara, a partire da un incubo relativo alla nascita di un bambino malato, riesca durante una seduta di psicoterapia, a metterlo associativamente in relazione con certi desideri della sua infanzia.( cfr. Diagnosi prenatale: ne parla la ginecologa)

Da quando sono incinta ho sognato spesso mia zia. Non ricordo bene il contesto, ma tutte le volte mi sono risvegliata con il timore che qualcosa nella mia gravidanza non procedesse come doveva, e che si presentassero dei problemi per la salute del bambino. Anche stanotte mi sono svegliata tutta sudata, con il batticuore, in preda al panico.

Ho sognato che nel salotto di casa mia c’era una signora che parlava con lo stesso accento straniero di mia zia; indossava un abito simile a uno che ricordo addosso a lei quando  era incinta. Questa persona, che dovevo conoscere bene perché si comportava con me in maniera molto familiare, mi consigliava di abortire perché aveva saputo che il mio bambino era affetto da una malattia incurabile. (Questo è il contenuto manifesto del sogno)

Anche se al risveglio cercavo di calmarmi dicendomi che si trattava soltanto di un sogno, mi pareva davvero un cattivo presagio averlo fatto proprio la notte prima della morfologica!

Mi sono presentata in ospedale tesissima e, anche se cercavo di non pensare al sogno, mi aspettavo che da un momento all’altro mi venisse comunicata una diagnosi nefasta. Solo le parole del medico (che mi sono fatta ripetere due volte!) e le immagini che, con pazienza mi illustrava sullo schermo, mi hanno permesso di prendere le distanze dal mio sogno, radicato non nella realtà ma nel mondo dei miei vissuti infantili e di lasciarmi andare alle più tenere e serene fantasie riguardanti il bambino. (cfr. Vissuti parentali di fronte all’ecografia)

 Se penso a mia zia mi viene in mente che da piccola ero molto legata  lei, una giovane spagnola allegra, piena di vita, solare.  Abitavamo sullo stesso pianerottolo così andavo spesso a giocare a casa sua: era più disponibile della mamma, mi faceva divertire e con lei mi sentivo una principessa, fino a quando… è rimasta incinta. Da quel momento ha cominciato ad occuparsi meno di me perché spesso stava male o aveva meno tempo da dedicarmi. Non poteva neanche più prendermi in braccio… Io, la nipotina preferita messa in disparte… mi sembrava di non contare più niente da quando esisteva quel maledetto bebè… che non c’era ancora!

Per quanto mi assicurasse che avrebbe continuato a portarmi in vacanza con lei anche dopo la nascita del bambino, sentivo che ormai era lontana, perduta per sempre, così distante e strana al punto che una volta mi aveva persino messa in castigo per una “brutta cosa” che avevo detto! Che speravo che il suo bambino fosse orribile, malfatto, malato o addirittura che morisse, cosi sarei tornata ad essere la preferita e non avrei dovuto dividere il suo affetto con nessuno!” (E’ bene ricordare che per un bambino l’augurio di morte significa semplicemente desiderare che il rivale si tolga di mezzo). 

L’approfondimento del sogno attraverso i pensieri del contenuto latente esprime dunque il grido disperato di Lara che si sente messa in disparte (anche se lo è solo nella sua fantasia e non nella realtà). Una bambina che spera che l’altro (il rivale)  si tolga di mezzo, muoia,  o che sia così brutto, malato, cattivo da non essere in grado di entrare in competizione con lei che può così mantenere indisturbata il suo primato affettivo.

Sapendo queste cose si può facilmente intuire che anche il sogno fatto prima dell’ecografia e che ha tanto spaventato Lara, come qualsiasi sogno, non ha alcun significato di predizione. Evidenzia soltanto i forti sensi di colpa per i sentimenti aggressivi  provati da bambina verso il cuginetto: identificandosi con la zia teme infatti che possa capitare a lei ciò che le aveva augurato!

Dott. M. Marcone   www.marcellamarcone.it