E’ possibile programmare la gravidanza?

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Oggi spesso si pensa che realizzare il desiderio di avere un bambino richieda lo stesso impegno e abbia la stessa difficoltà di conseguire un Master. Grazie alla sospensione dei metodi anticoncezionali e alla conoscenza di vari modi per individuare il periodo dell’ovulazione molte coppie si illudono di riuscire a programmare la nascita di un figlio nel momento in cui si sentono più disponibili per accoglierlo, o almeno entro i limiti concessi dall’orologio biologico.

Ma si può davvero programmare la gravidanza o è un’illusione?
Non si dimentica un po’ troppo spesso che sia l’incontro di un ovulo con uno spermatozoo, sia il felice proseguimento o l’interruzione della gravidanza dipendono da molti fattori indipendenti dalla propria volontà, al di fuori del proprio controllo?

Molte donne incinte esprimono la sensazione di  essere vissute dal loro stato senza avere la possibilità di influenzarlo e sottolineano la sensazione di non appartenenza della propria gravidanza:

“Il primo figlio è stato programmato ed è arrivato subito; da mesi cerchiamo il secondo ma non arriva, anche se dalle nostre analisi non risulta nulla di anomalo…ho scoperto di essere incinta al quinto mese: prima non mi ero accorta di nulla, visto che ero abituata ad avere dei forti ritardi mestruali….ero sicura di essere incinta prima di fare il test di gravidanza: non avevo sintomi specifici, semplicemente lo sentivo!…abbiamo cercato un bimbo per mesi senza successo; quando abbiamo preso delle precauzioni in vista di un lungo viaggio sono rimasta incinta….abbiamo praticato per anni il coito interrotto e non sono mai rimasta incinta: dopo due mesi di pillola ero gravida…. quando dopo anni ci siamo rassegnati a vivere senza figli…il bimbo è arrivato…. le analisi di mio marito lasciavano scarse speranze di procreazione, così abbiamo iniziato le pratiche per l’adozione: poche settimane dopo mi sono accorta di essere incinta… mi sembra impossibile che la mia silhouette si modificherà e non potrò nè arrestare né favorire la crescita della mia pancia… so che quando sì romperanno le acque inizierà il travaglio che io lo voglia o no dovrò accettare e assecondare ciò che avviene nel mio corpo….una mia amica, che ha un ciclo sballatissimo è rimasta incinta la prima volta. che ci ha provato: io benché regolarissima non ci sono ancora riuscita…”

Chiarito che la programmazione è solo presunta, anche la gravidanza che ha inizio nel momento voluto non sempre rende più facile, come ci si aspetterebbe, la vita dei genitori dopo la nascita del bambino.
Infatti mentre può sembrare abbastanza semplice trovare il tempo per la gravidanza, che ha una durata limitata a nove mesi e che nella maggior parte dei casi si svolge fisiologicamente senza alterare i ritmi di vita della donna, è molto più difficile immaginare quali e quanti cambiamenti la nascita di un figlio porterà nella propria esistenza.
Questo avviene perché spesso che l’investimento emotivo e la disponibilità affettiva che dovrebbero essere rivolte alla crescita di un figlio limitano, almeno temporaneamente, la possibilità della donna di dedicarsi con intensità e continuità agli impegni a cui era solita rivolgere le proprie energie prima della nascita del bambino (lavoro, vita sociale, creazioni artistiche, attività sportive ecc.). A questo si aggiungono la stanchezza dovuta allo sconvolgimento degli orari e la sensazione di non essere più padrona del proprio tempo, visto che viene scandito dai ritmi del bebè.

Mettere al mondo un bambino significa perciò dover affrontare degli irrevocabili cambiamenti nella propria vita.

Non tener conto di queste situazioni fisiologiche ma inevitabili, tentare di aggirarle cercando di fare come se nulla fosse cambiato, non aiuta a superare le difficoltà, anzi, le amplifica mettendo in crisi l’equilibrio della donna, dell’uomo e della coppia. Inoltre se la mamma non si concede il tempo per osservare e conoscere i bisogni del proprio figlio, se non li rispetta e li soddisfa, se non lo aiuta a sentirsi amato e sicuro, gli rende difficile il processo di adattamento ai ritmi e alle regole della propria famiglia.

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Non appartenenza della propria gravidanza

La sensazione di non appartenenza della propria gravidanza rispecchia una realtà biologica. L’uovo fecondato dalla tuba scende nell’utero dove si installa scavandosi un nido nella parete. Ma il contatto tra uovo e utero è mediato dal trofoblasto*, da cui si svilupperà la placenta che per tutta la gravidanza farà da tramite tra madre e figlio. La placenta mette in relazione, senza mescolarli, il sangue materno e quello fetale e attraverso ultraspecializzati meccanismi, permette che gli scambi madre-feto e feto-madre avvengano in modo adeguato per entrambi. La presenza di questo organo a termine che conclude la sua funzione alla fine dei nove mesi per cui viene espulso, permette di capire che la gravidanza, pur riguardando un contenitore e un contenuto, procede parallelamente per la donna incinta e per l’embrione/feto, che vivono senza contatti diretti grazie alla mediazione di un organo che non appartiene a nessuno dei due.
*Il trofoblasto è un tessuto cellulare che, durante le prime fasi di sviluppo dell’uovo fecondato costituisce la parete dell’uovo stesso. Dalla sua attività dipende l’annidamento dell’uovo fecondato nella mucosa dell’endometrio materno e la nutrizione dell’embrione; dal trofoblasto prende infatti origine la placenta oltre ad altri annessi embrionali; tuttavia non partecipa mai alla costituzione dell’embrione stesso.[/vc_message]

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Regolazione ciclo – Follicolinum

La maturazione di un follicolo per ciclo è il risultato di complesse interazioni ovarico-ipotalamo-ipofisarie regolate da feed-back positivi e negativi che avvengono anche tenendo conto dell’equilibrio psico-fisico di quel momento.
In seno alle ovaie entrano in gioco numerosi fattori di regolazione: cibernine, inibine, fattori di crescita, FSH, RBI (inibitori dei recettori leganti FSH), prostaglandine ecc.
La prolattina anche ha un ruolo nella maturazione follicolare. È indispensabile alla secrezione fisiologica del progesterone da parte delle cellule della granulosa e nello sviluppo del corpo luteo.
Un appoggio omeopatico utile per dare un ritmo al ciclo mestruale può essere il FOLLICOLINUM.
Proposto alla 9 CH in dose globuli il 7^ giorno del ciclo per spingere i fenomeni ovulatori ed il 21^ giorno del ciclo per regolare la fase postovulatoria.
Fondamentale un medicinale di terreno scelto sulla base delle caratteristiche personali della paziente.
Non bisogna mai dimenticare che un bimbo è la risultante della somma di due fecondità: la femminile ma anche la maschile.
Se dopo un anno di ricerca di gravidanza il figlio non arriva, il primo passo è fare almeno un primo punto sulla fecondità maschile eseguendo un semplice esame: lo SPERMIOGRAMMA.
Spesso accade di dovere prescrivere approfondimenti o dare alcuni appoggi terapeutici al futuro padre per favorire il concepimento.
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