Gli ormoni che determinano le cure parentali paterne

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E’ noto che nell’essere umano, così come in altre specie, i padri e le madri mostrano un comportamento parentale diverso nei confronti dei figli. Le madri generalmente preferiscono stabilire interazioni facciali e affettuose trasmettendo un senso di sicurezza al bambini mentre i padri interagiscono in modo più ludico, preparando il bambino ad elementi di novità ed eccitazione. Queste due diverse interazioni sono fondamentali per lo sviluppo della personalità e dalla socialità del bebè.  (cfr. Alcuni aspetti psicologici della paternità)

Evidenze scientifiche indicano che questi comportamenti materni e paterni sono regolati da circuiti neuroendocrini, ed è infatti stato dimostrato che gli ormoni svolgono un ruolo rilevante nell’espressione delle cure parentali nei confronti del neonato.

Se l’influenza della gravidanza e degli ormoni del parto sul comportamento materno è un argomento molto trattato, poco si sa sui i meccanismi neuroendocrini alla base del comportamento paterno. I dati riportati fino ad oggi in letteratura suggeriscono che gli ormoni principali che intervengono nel definire il comportamento del padre nei confronti del neonato sono tre: l’ossitocina, la prolattina e il testosterone.

Ossitocina

L’ossitocina è un ormone prodotto dall’ipotalamo e secreto dalla neuroipofisi. Sebbene l’ossitocina sia tipicamente considerata un ormone materno associato alla nascita e allattamento, studi scientifici dimostrano che questo ormone è associato all’instaurarsi del legame di entrambi i genitori ai figli. Infatti è l’ossitocina materna la responsabile del comportamento affettuoso della madre verso il bambino, ed è l’ossitocina paterna la responsabile dell’interazione più stimolatoria tra il padre e il bambino.

Prolattina

La prolattina, ormone prodotto dall’ipofisi anteriore, è molto nota per il ruolo che ha nella produzione del latte e nel comportamento della madre durante l’allattamento. Tuttavia, poichè evidenze scientifiche supportano il suo ruolo anche nell’insorgenza di comportamenti paterni, gli scienziati lo hanno denominato “l’ormone della genitorialità“. I risultati degli studi condotti in questo ambito evidenziano che i livelli di prolattina influenzano la capacità dei padri di instaurare legami affettivi con i loro figli. Infatti, i padri più premurosi nei confronti del bambino presentano livelli più elevati di prolattina rispetto a uomini che non sono padri o che si dimostrano meno disponibili verso i figli.

Testosterone

Il testosterone è un ormone che viene prodotto principalmente dai testicoli. La sua sintesi e produzione è influenzata dall’ormone luteinizzante LH, prodotto dall’ipofisi. Anche le ovaie femminili producono questo ormone, ma in quantita molto ridotta rispetto alle gonadi maschili. Nell’uomo, il testosterone  svolge un ruolo chiave nello sviluppo di tessuti riproduttivi maschili (testicoli e prostata) e promuove caratteristiche sessuali secondarie (aumento della massa muscolare e ossea, crescita dei peli del corpo). Nell’ultimo decennio, sono stati sviluppati molti studi riguardandi il ruolo giocato dal testosterone nella paternità. In particolare, è stato dimostrato che negli uomini che diventano padri si assiste a una diminuzione dei livelli di testosterone e che gli uomini che forniscono più cure paterne ai loro figli hanno livelli di testosterone più bassi rispetto ai padri meno premurosi.

E’ interessante notare che l’aumento della prolattina e la riduzione del testosterone dopo la nascita del bambino, non solo determinano il comportamento paterno verso il bebè ma possono anche ridurre la libido. Il significato biologico di questa alterazione è spiegato dal fatto che una riduzione del comportamento sessuale dei genitori porta a un loro maggiore coinvolgimento nella cura del bebè. A tal proposito uno studio longitudinale di 30 anni ha evidenziato che un’adeguata presenza dei genitori durante l’infanzia del bambino ne determina una migliore socialità e un migliore equilibrio emotivo da adulto.

Sulla base dei risultati scientifici esistenti in letteratura, appare evidente l’importanza dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi come mediatore del compromesso tra il diventare genitore e il semplice accoppiamento fine a se stesso, come è anche stato osservato in altre specie (roditori e uccelli) in cui è comune la cura paterna.

Dott. Alice Dassano

Ricercatrice in campo medico

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