3 – Partorire per la seconda volta

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Affrontare il parto avendo già dei figli non sempre è più facile: l’esperienza vissuta in precedenza condiziona molto l’attesa dell’evento che, in genere, avviene in tempi più brevi rispetto alla prima volta.

Come racconta Rossella “la nascita della mia prima bambina era stata piuttosto faticosa: avevano dovuto indurre il parto perché la gravidanza aveva superato il termine e il liquido era scarso; l’uscita della bimba, grossa rispetto alle mie dimensioni minute, aveva richiesto l’episiotomia. Una situazione un po’ diversa da quella che avevo immaginato, di travaglio nell’acqua e di parto secondo i tempi della natura. L’ossitocina, utilizzata per indurre contrazioni più efficaci, le aveva rese subito molto intense e frequenti e, nonostante io sia riuscita a partorire in poche ore, mi sono sentita stremata e con una sensazione di profondo malessere addosso perché mi sembrava di non essere stata capace di farcela da sola. A questo si aggiungeva un certo risentimento verso il ginecologo, un po’ troppo interventista secondo me: pur avendo capito razionalmente i motivi del suo agire provavo un forte senso di insoddisfazione, perché mi aveva privata di qualcosa a cui tenevo molto. Tutto questo non aveva favorito il rapporto con mia figlia che fin dall’inizio mi pareva un’estranea vorace di cui mi sentivo in totale balia. I sentimenti di amore per la bimba che pensava nascessero spontanei nella mamma, tardavano a presentarsi: mi sentivo apatica, priva delle sensazioni positive che avevo immaginato, ma soprattutto stanca, tanto tanto stanca, senza possibilità di riposarmi a causa dei pressanti ritmi della piccola.”

Senza un lavoro su se stessa come quello che ha fatto Rossella, questa esperienza avrebbe potuto condizionarla e farle affrontare la seconda maternità con maggiore ansia. Invece, quando ricorda quei momenti, le pare impossibile essere stata lei a viverli, come se la rielaborazione dei suoi vissuti le avesse fatto dimenticare le ansie immotivate e improvvise che spesso avevano condizionato profondamente il suo umore in passato.

In una situazione di maggiore serenità non è per caso che anche il parto si sia svolto in modo più fisiologico, qualche giorno prima del termine, senza bisogno di ricorrere all’induzione e senza problemi causati dall’episiotomia.

Questa volta mi pare tutto diverso, e non solo perché sono più organizzata dal lato pratico rispetto a quando avevo solo una figlia da accudire! Ciò che è cambiato è il mio stato interiore, non più gravato da un peso dai contorni sconosciuti che la maternità aveva fatto emergere in me. Più serena e rilassata riesco a concedermi più tempo per il mio bebè, a godermelo, senza sacrificarmi per quell’assurdo senso del dovere che mi obbligava a essere una buona casalinga più che una buona mamma!”