L’interazione con il bebè nel primo mese di vita

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Lo stress del ritorno a casa, la novità e la quantità dell’impegno richiesto da un neonato portano molte mamme a sottovalutare l’importanza dell’interazione col bebè durante le prime settimane di vita, e l’influenza che ha sul suo sviluppo sia affettivo che cognitivo.

Spesso si dimentica  che durante il primo mese di vita la comunicazione con il bebé avviene semplicemente attraverso le modalità con cui vengono soddisfatti i suoi bisogni primari. In questo periodo infatti il neonato non ha ancora comportamenti strutturati, finalizzati alla comunicazione, anche se a volte vengono letti in questi termini i contatti visivi che instaura col genitore (soprattutto durante le poppate), i sorrisi o i movimenti della bocca o della lingua. Questo però non significa che non percepisca ciò che ha intorno e che non sia in grado di discernere tra sensazioni di piacere e di dispiacere.

Fin dalla nascita infatti è possibile interagire in modo molto intenso con il bebè essenzialmente attraverso il contatto fisico: come si tiene il piccolo  in braccio sia per nutrirlo che per coccolarlo, come lo si tocca e accarezza quando lo si cambia, con quale tono di voce gli si parla. Se lo si osserva attentamente, si può notare che il bebè ha reazioni diverse in base a chi si occupa di lui. Infatti, anche se ancora non è in grado di riconoscere i volti delle persone che lo accudiscono, riesce già a percepire nell’altro la tensione o la tranquillità che stimolano in lui sensazioni diverse, di allarme  o di rilassatezza.

Siccome è soprattutto la mamma che si occupa di lui per nutrirlo, che lo cambia, lo lava, lo mette a nanna, è da lei che riceve l’ imprinting  in base al quale strutturerà in seguito il suo modo di entrare in relazione con l’esterno.

Come è facile intuire, appare fondamentale lo stato d’animo con cui vive il suo ruolo, perché è questo che comunica al bebè. Sentirsi parte di una mamma sicura, serena, appagata è molto diverso e ben più facile e piacevole che Imparare a conoscere il mondo tra le braccia di una mamma tesa, insoddisfatta e spaventata!

Ancora una volta perciò si invita la mamma a ricordare che nelle prime settimane di vita il bebè vive in stato di fusione con lei, ne percepisce e assimila gli stadi d’animo. Dunque guardarsi dentro con obiettività,  riconoscere le sensazioni che prova senza nascondersele, ma piuttosto cercando di rielaborarle, è  di fondamentale importanza per offrire al proprio piccolo una base sicura su cui poter costruire le sue relazioni future.

cfr.   L. Murray Le prime relazioni del bambino, ed Cortina

Dott. M. Marcone. Milano

www.marcellamarcone.it