L’importanza delle origini

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Parlando di maternità non si può non far riferimento alla propria famiglia di origine. Qualunque futura madre è stata figlia, qualunque padre ha ricevuto dal proprio genitore il modello a cui tendere, oppure quello dal quale allontanarsi considerandolo errato ma che continuerà ad esistere come riferimento. Di fatto, in ogni essere umano la famiglia di provenienza e la terra di origine rappresentano una costante fondamentale. Qualcosa a cui attingere per prendere ispirazione o di cui tener conto. (In ambito energetico, questo fenomeno è legato al radicamento e alle funzionalità del primo chakra.)

Capita spesso però che i futuri genitori abbiano conflitti pregressi legati proprio alla loro “origine”, dissapori familiari, modelli materni o paterni che considerano inadeguati perché assenti o altamente problematici. Oppure, tensioni emotive legate alla “terra” di provenienza dalla quale si sono allontanati deliberatamente, in cui non si riconoscono e di cui hanno abbandonato volutamente usanze e riferimenti culturali.

In questi casi, i genitori sono portati a pensare che facendo nascere la loro nuova creatura in un contesto diverso, crescendola secondo modelli genitoriali differenti da quelli da loro ricevuti, il piccolo sarà finalmente libero e slegato da ciò che per loro ha rappresentato un peso.

Questo è vero solo in parte. Ciascuno di noi, per svilupparsi come essere umano completo e armonioso, ha bisogno di sapere chi è, chi sono i propri parenti, cosa facevano i propri nonni, come vivevano o che tipo di bambini sono stati a loro volta i propri genitori. Come giocavano da piccoli e quali sono gli aneddoti di famiglia. La curiosità innata porterà comunque i figli a porsi delle domande in età adolescenziale e a scontrarsi contro la reticenza al divulgare informazioni legate a questi aspetti così profondi della vita familiare. Dal punto di vista energetico, proprio per il principio che “nulla si crea e nulla si distrugge”, se vi è un conflitto pregresso ad esempio tra una giovane madre e la sua famiglia, questa tensione viene percepita comunque dal bambino e verrà introiettata ed assorbita “con il latte materno”, potremmo dire, e per nulla ignorata. Per questo è così importante per i futuri o neo genitori lavorare su di sé e risolvere i propri conflitti interni relativamente a questi aspetti così fondamentali e profondi della vita.

Una giovane mamma che non parla da anni con sua madre, o la ignora deliberatamente per qualsivoglia valido motivo, energeticamente crea un blocco al libero scorrere della flusso vitale familiare e crea peraltro un blocco che rappresenta un precedente, ossia un modello al quale anche il proprio figlio/a da adulto potrà attenersi, interrompendo i rapporti con lei.

Un padre che si vergogna della sua famiglia di origine, o della sua cultura o territorio di provenienza, immancabilmente passerà al figlio l’informazione che si è liberi di rinnegare totalmente le proprie radici, magari giudicandole senza neppure conoscerle.

Per qualunque genitore, risolvere le proprie questioni irrisolte e lavorare profondamente su di sé per fare pace con le proprie radici familiari dovrebbe rappresentare una necessità primaria. Possibilmente, sarebbe bene risolvere ogni sospeso prima di intraprendere il cammino genitoriale ed educativo ma non è mai troppo tardi per iniziare!

Le tecniche sono molte, dalla psicoterapia alle tecniche energetiche per lavorare sui propri traumi, come il Reiki. L’importante è prendere coscienza del fatto che ciò che ignoriamo rimane intatto, sebbene nascosto, fintanto che non ci decidiamo a rimuoverlo.

Dott.ssa Alba D’Agostino –  www.nonsoloreiki.it