6 – Il baby blues

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“Dopo la nascita della prima bambina ho passato un lungo periodo in cui il mio stato d’animo mutava da un momento all’altro :bastava un nonnulla per farmi passare dalla più grande felicità di essere mamma, allo sconforto totale di non riuscire a farcela, dal sentirmi inadeguata, sopraffatta dalle incombenze quotidiane a godermi un ruolo che pareva essere fatto apposta per me. Questi continui sbalzi di umore mi facevano sentire come sulle montagne russe: erano assai faticosi da vivere per cui ho deciso di iniziare una psicoterapia per vivere in modo più sereno quello che avevo desiderato. Devo ammettere che non è stato facile trovare il coraggio di mettermi di fronte a me stessa senza trovare come facevo di solito delle scuse per giustificare i miei comportamenti. C’è voluto coraggio, volontà e aiuto da parte di chi mi stava vicino, sia per occuparsi della bambina in mia assenza, sia per spronarmi a continuare un lavoro che non dà un risultato immediato. Tuttavia, col passare delle settimane ho cominciato a sentirmi più tranquilla, sicura di me stessa, meno in balia degli eventi, ma provando la sensazione che stavo prendendo in mano la mia vita e la mia  nuova identità di mamma. Dopo il secondo parto pur avendo avuto qualche manifestazione di baby blues soprattutto le prime settimane, mi sono resa conto che si trattava di momenti meno intensi, più facili da gestire, anche perché ormai li conoscevo bene!”

Il puerperio è il periodo in cui la donna rielabora il distacco dal bambino (vissuto in gravidanza come una parte di se stessa) e ristruttura la propria identità persa con il parto. Il puerperio è caratterizzato generalmente dall’insorgenza di manifestazioni di tipo depressivo. Nell’ 80-90% dei casi tuttavia si tratta di fenomeni considerati semi-fisiologici “l’interfaccia tra la normalità e la patologia”, attribuiti agli scompensi ormonali e chiamati “baby blues”. Il termine situa gli elementi nel tempo e nella dimensione emozionale del blues, ossia dei canti di lavoro dei negri d’America, dal ritmo lento che traduce la sofferenza legata alla loro condizione di schiavi. Il baby blues viene definito come un breve periodo fisiologico caratterizzato da sbalzi dell’umore, che compare in un’alta percentuale di donne che hanno avuto un figlio, e che si manifesta con un picco di intensità tra il terzo e il quinto giorno dal parto.

Gli aspetti peculiari del baby blues che permettono di distinguerlo dalla depressione post partum  (cfr. La depressione post partum) sono: la repentinità della sua insorgenza (nei primi giorni che seguono il parto) e la transitorietà della sintomatologia. La prognosi positiva del baby blues induce spesso a trascurarlo, a non dargli importanza, a minimizzare le sue manifestazioni, che invece non dovrebbero essere sottovalutate, anche se di solito scompaiono nel giro di pochi giorni. La rapida e spontanea remissione dei sintomi tuttavia non garantisce che l’intensa esperienza fisica e emotiva che la donna ha vissuto  con l’attesa e la nascita di un bambino sia stata sufficientemente elaborata a livello profondo.

Infatti, anche se la madre cerca di nascondersi e di minimizzare le sensazioni di ansia e di angoscia che percepisce, anche se non vuole riconoscere la mancanza di serenità con cui si occupa di suo figlio, è il bambino stesso che esprime il malessere dovuto alla inadeguatezza della relazione con la mamma attraverso la manifestazione di vari sintomi sia psichici che somatici: pianto persistente, difficoltà nel sonno, problemi legati all’alimentazione, facilità ad ammalarsi ecc.

Il modo più costruttivo e rapido in cui i due elementi della diade possono instaurare un rapporto sereno e gratificante per entrambi, prevede che la mamma, con l’aiuto di un esperto del settore (psicoterapeuta) riesca a distaccarsi da certi suoi vissuti infantili, spesso conflittuali e dolorosi, che a sua insaputa sono riemersi con la gravidanza e il parto. In questo modo eviterà di proiettare sul bambino attese, desideri, ansie, paure che non riguardano suo figlio e l’attualità della sua vita, ma la sua infanzia e il rapporto con i suoi genitori. Una mamma  in sintonia con gli aspetti profondi e sconosciuti della sua personalità è in grado di offrire al suo bambino le migliori condizioni di equilibrio, fondamentali per affrontare in modo ottimale la vita, e di godere pienamente di un’esperienza unica e fondamentale come quella della maternità.