Una tipologia materna: la “madre vulnerabile”

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La tipologia materna che si può definire della “madre vulnerabile” si caratterizza soprattutto per la presenza vittimistica della madre, sopraffatta dal quotidiano, sommersa dalla fatica, da una stanchezza paralizzante che la blocca, che le impedisce di vivere serenamente e di godersi la maternità perché costretta a farsi carico di tutti i problemi di chi le sta vicino, anche quando il suo aiuto non è richiesto.

La madre vulnerabile, anche se presente e vicina al bambino, anziché essere percepita come una persona protettiva, rassicurante, capace di infondere sicurezza, è vissuta come un essere debole, fragile, da proteggere, da consolare per le sofferenze che le persone, o i casi della vita, le hanno procurato. E’ una vittima che spesso vuole immolarsi per i figli anche quando non sarebbe necessario. Questo atteggiamento crea nell’altro disagio, forti sensi di colpa e molte difficoltà a staccarsi da lei anche quando lo vorrebbe fare.

Il comportamento di queste madri “poverine”, sofferenti, insoddisfatte, stanche è assai nocivo per i figli, perché le rende inconsapevolmente ricattatorie, incapaci di separarsi da loro, di riconoscerne l’individualità, di favorirne l’autonomia. Riflette la possessività nei confronti dell’altro, la non differenziazione, la confusione tra il figlio e loro stesse.

Se si approfondisce l’analisi sotto l’aspetto inconscio si arriva a capire che queste donne ripetono con i figli il comportamento che da bambine avevano avuto con la propria madre, da cui erano state incapaci di prendere le distanze per affermare la propria personalità e realizzare i propri desideri.

Dopo la maternità si sentono alla mercè dei figli come lo erano state della propria madre: entrambi infatti esercitano (o hanno esercitato) su di loro un ruolo soffocante, che le frustra ma dal quale non riescono a liberarsi a causa di forti sensi di colpa.

Rivelatore di questa situazione  è lo stesso atteggiamento che hanno sia verso i figli che verso i genitori: cercando di esaudirne ogni richiesta, esprimendo devozione e sottomissione soffocano se stesse ma non l’inevitabile aggressività che provano e che viene pagata con sensi di colpa, causa di sintomi sia psichici che somatici, a volte anche di forte intensità. Riconoscendosi soltanto nel dovere materno o figliale, che un Super-io severo (per non dire sadico) obbliga a espletare senza tenere conto dei propri desideri,  vivono ripiegate su loro stesse e sempre insoddisfatte.

Diventa quindi vitale, per le donne che ritrovano in loro stesse tratti di questa frequente tipologia, poter rielaborare i vissuti e i desideri infantili riattivati dalla nascita del bambino, altrimenti la storia vissuta con le proprie madri rischia di ripetersi con i figli.

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La “vulnerabilita materna” che, come si è detto, si basa sul sacrificio di sè e che si manifesta con un “masochismo eroico”, presenta aspetti comuni con la tipologia delle “supermadri” descritte dalla psicoanalista francese  D.L.Haineault. Anche se possono sembrare madri esemplari, le “supermadri” si impongono per la violenza della loro rabbia e l’intensità del loro malessere, che le rende possessive e invadenti. Sono persone che hanno sofferto molto durante l’infanzia, vittime di ferite narcisistiche che hanno messo a repentaglio la loro identità che tendono a recuperare attraverso la maternità.

 

Influenza della vulnerabilità materna sul bambino

Per quanto concerne il bambino, il vissuto della vulnerabilità materna rende più difficile la separazione perchè blocca le manifestazioni aggressive verso la madre e suscita forti sensi di colpa. Al bambino si impone infatti la necessità di proteggere la “madre vulnerabile”, di starle vicino, di non staccarsene. Per fare questo deve però soffocare, inibire, bloccare i fisiologici tentativi di esprimere le proprie pulsioni aggressive che mirano alla separazione da lei.  Non riuscire a separarsi dalla madre infatti condiziona la sua possibilità di essere riconosciuto (e dunque di riconoscersi) nella propria identità di persona: ciò influisce sul suo sviluppo e sulla sua capacità di affrontare in modo soddisfacente la propria vita.

Dott. M. Marcone www.marcellamarcone.it