Tempo in eccesso: dono o condanna?

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Quando l’averne troppo tra le mani diventa destabilizzante. Invece è sempre una risorsa.

La pandemia da Covid 19 rappresenta un evento straordinario che sta mutando profondamente il nostro stile di vita stravolgendo i ritmi e le nostre abitudini, senza esclusioni. Molto è già stato detto circa gli effetti di lunga durata sui nostri stati emotivi, alcuni saranno rilevabili solo in futuro. Di base, ciascuno si è trovato a far fronte con le sue risorse personali ad ansie e paure inaspettate e, per la maggioranza, questo ha coinciso con bruschi cambiamenti di prospettive e con una quotidianità ampiamente stravolta.

Se gli operatori sanitari sono andati in affanno non disponendo nemmeno più del tempo minimo per sé, la maggioranza ha invece dovuto ingegnarsi per trascorrere interminabili ore in casa, dando un senso a giorni tutti uguali, dovendosi inventare alternative per riempire gli spazi prima destinati al lavoro e al tempo libero. I figli, di qualunque età, hanno rappresentato un impegno costante e supplementare per i genitori che se ne sono occupati al meglio delle possibilità, inventando giochi improvvisati e attività di cucina pur di stimolarli e sostenerli, non sempre con risultati soddisfacenti. I più in crisi sono state le famiglie con figli piccoli abituati a sfogarsi all’aperto, costretti come animali in cattività spesso in spazi angusti.

Nel nostro forsennato mondo occidentale, tutti almeno una volta abbiamo desiderato di aver più tempo per noi, per goderci la casa e la routine quotidiana ma nella pandemia abbiamo sperimentato come il tempo “imposto” forzatamente altrove rispetto alle nostre libere scelte sia totalmente indigesto. L’aver troppo tempo tra le mani si è rivelato nella maggioranza dei casi un boomerang emotivo: ci ha dato modo di “perderlo” in attività infruttuose, magari inizialmente godibili come il guardare a oltranza le serie TV ma alla lunga alienanti e demotivanti. Come qualunque risorsa preziosa (per lo stile di vita occidentale, in particolar modo), diventando improvvisamente abbondante il tempo ha perso di valore. I più determinati hanno reagito impegnandosi in imprese domestiche a lungo rimandate, ritinteggiando e riordinando, arredando e catalogando interminabili pagine di vita familiare. Altrettanti hanno gradito il dedicarsi alla famiglia, prendendosi cura direttamente dei figli, godendosi finalmente poppate e giochi serali nel lettone… e dormendo di più. La maggioranza però, a quasi un anno dall’inizio di quest’avventura collettiva, è ancora in affanno perché di questo tempo ritrovato, regalato, ora diventato troppo ingombrante, non si sa bene più che farsene dato che troppe sono le limitazioni imposte dalle norme vigenti che ne limitano l’uso. Zero uscite, zero divertimenti né occasioni sociali. Troppo tempo per pensare al da farsi, a quel che sarà, leggendo ed abbeverandosi alle solite fonti incerte dei mass media affatto tranquillizzanti… il tutto ingenera ansia. Ridipinta la camera dei ragazzi, sistemati i documenti e gli album delle fotografie, riarredati solai e cantine, dopo l’ennesima collana di pasta o pupazzo di cartapesta, cos’altro resta da fare… e per quanto tempo, ancora?

Fermiamoci un momento a riflettere. Per quanto sconfortante la situazione non è delle peggiori. I nostri figli sono stati protetti nelle nostre case e non sono stati sfollati sotto le tende post belliche. I nostri nonni hanno vissuto situazioni drammaticamente peggiori! Inoltre, questo stato di cose non durerà per sempre, sappiamo che una nuova normalità vedrà presto la luce. Il tempo rimane una risorsa ed una benedizione meravigliosa se decideremo di spenderlo bene, anche in casa ma non con l’intento di farlo “passare” velocemente bensì dandogli valore. Allora va bene il bricolage da soli o con i bambini ma ancor meglio è l’inventarsi un progetto personale, sia esso piccolo o più corposo e strutturato, al quale dedicarsi in questi ulteriori mesi di fermo obbligato.  Potrebbe non capitarci più in futuro di avere così tanto tempo per noi, per fare ginnastica da camera, dedicarci agli hobby, alla lettura, alla cucina… non avremo mai più così tanto tempo per stare con i bambini, legger loro le favole, giocare alle bambole o con i dinosauri, fare i puzzle da 500 pezzi. I nostri figli non saranno “mai più così giovani”. Banalmente, cresceranno e saranno loro a non avere più tempo per noi. Parola di una mamma con figlio adolescente! Forza!

Dott.ssa Alba D’Agostino – www.nonsoloreiki.it