Situazioni concezionali particolari

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cfr. L’importanza delle circostanze in cui un bambino viene concepito

Sottolineare la particolarità delle circostanze in cui può avvenire il concepimento non ha certo la finalità di considerare diversi e di svalutare i bambini che hanno cominciato la vita in situazioni difficili. Vuole invece sottolineare che l’influenza di certe situazioni particolari che hanno caratterizzato l’inizio della loro vita può essere modulata dal comportamento genitoriale che è in grado di influire su quanto è avvenuto in tempi estremamente precoci. Infatti ciò che si è verificato al momento del concepimento o durante la gravidanza lascia inevitabilmente tracce nella psiche dei futuri bambini, che ne possono condizionare lo sviluppo successivo. La qualità della presenza del genitore diventa quindi determinante per migliorare quelle situazioni che hanno avuto un avvio difficile.

Tra le circostanze particolari che si possono verificare al momento del concepimento o durante la gravidanza, vanno annoverate tutte quelle che mettono a repentaglio l’esistenza dell’embrione/feto. Ci di riferisce per esempio ai bambini che sono concepiti malgrado la presenza della spirale, meccanismo mortifero che dovrebbe impedire l’annidamento dell’embrione; a coloro che sopravvivono a pratiche abortive legali o clandestine*, o alla morte (naturale o provocata) di un gemello, o a un parto prematuro; a quelli che in PMA sono selezionati tra vari altri embrioni fecondati in vitro e surgelati per l’impianto in utero, o sfuggiti alla riduzione embrionale avvenuta dopo l’impianto

In tutti questi casi si tratta di “sopravvissuti prenatali” che, per essersi trovati a confronto con la reale possibilità di essere distrutti e di morire, possono essere paragonati agli adulti che hanno vissuto l’esperienza traumatica di essere sfuggiti a una morte che non ha risparmiato il gruppo di cui facevano parte (per esempio i sopravvissuti a un attacco terroristico, nei campi di concentramento, in un incidente che ha coinvolto più persone).

È stato osservato che dopo una di queste tragiche esperienze in molti di loro è possibile che si sviluppi una psicopatologia di tipo “tridimensionale” caratterizzata cioè

  • da sensi di colpa, che si manifestano con sintomi depressivi, come se essere sopravvissuti rendesse responsabili della morte altrui;
  • da sensazione di onnipotenza, che si manifesta con il sentirsi eccezionali, come se la sopravvivenza rendesse indistruttibili;
  • dal bisogno di mettersi alla prova prendendosi rischi eccessivi.

Un genitore che conosce le difficoltà attraversate dal figlio al concepimento o durante la vita intrauterina e che sa quali sintomi potrebbe manifestare nel corso del suo sviluppo, sarà dunque più attento a non minimizzare certe manifestazioni di per se stesse non patologiche ma che potrebbero diventarlo, e a offrire perciò al figlio un supporto psicologico. In tal caso infatti è necessario un lavoro in profondità che permetta di scaricare la forte paura di morire che è stata provata, e che aiuti a non rimettersi in situazioni che potrebbero diventare realmente pericolose per la sua vita.

* La madre del calciatore Cristiano Ronaldo ha tentato di abortirlo sottoponendosi alla fatica di lunghe corse quando ha scoperto di essere incinta!

Referenze

Bayle, L’embrion sur le divan, Masso, 2003

Dott. M. Marcone   Milano

www.marcellamarcone.it