Quarta fase del parto: secondamento e conservazione del funicolo

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Nell’ultima fase del parto, chiamata secondamento, vengono espulsi i cosiddetti “annessi fetali” che, durante la gravidanza hanno fornito protezione e nutrizione al feto: le membrane amniocoriali, la placenta e il funicolo.

Il cordone ombelicale (funicolo) di un neonato poco dopo la nascita è una fonte estremamente ricca di cellule staminali, utili per trattare varie malattie, tra cui alcune forme di leucemia, linfoma e anemia.

Dopo la nascita del bambino i genitori si trovano davanti a tre possibilità:

  • scartare il cordone ombelicale
  • donarlo a una banca pubblica
  • conservarlo in una banca privata.

Per capire la differenza tra queste ultime due scelte è importante sottolineare il fatto che donare il cordone del proprio bebè a una banca pubblica non ha costi. Il cordone verrà utilizzato ai fini della ricerca medica o per eventuali pazienti che ne possono trarre beneficio, ma la famiglia non potrà più accedere ad esso in futuro. Se invece si sceglie di conservarlo in una banca privata, vi si potrà accedere in qualsiasi momento, ma il costo annuale previsto non è indifferente. Molte ricerche sono fatte in questo settore, per poter ottenere terapie innovative dirette a diverse patologie, con l’obiettivo di rendere i futuri nuovi trattamenti sicuri, efficaci e accessibili a tutti coloro che ne avranno bisogno.

Dopo circa 15/30 minuti dalla nascita del bambino si manifesta di nuovo un’attività contrattile dell’utero, non più percepita come dolorosa, che porta all’espulsione degli annessi e di una moderata quantità di sangue.

L’ostetrica verifica l’integrità della placenta espulsa che, distaccandosi dalla parete uterina, crea una specie di ferita, che causa le perdite ematiche del post partum. Si tratta delle “lochiazioni”, che vanno lentamente scemando nei giorni successivi.  In questa fase solitamente viene somministrato un farmaco per favorire la contrazione dell’utero. Prima di dimettere la puerpera dalla sala parto è necessario controllare che l’utero sia contratto, cioè in grado di limitare la perdita ematica e di tornare, alla fine dei successivi 40 giorni, alla dimensione pre-gravidica.

L’allattamento del neonato  stimola la secrezione di un ormone (l’ossitocina) che favorisce questo processo e che può creare talora alcune contrazioni uterine percepite come fastidiose durante l’allattamento stesso.

In caso di stanchezza dovuta alle perdite di sangue del parto e all’allattamento, può essere utile proporre la China rubra  (7 o 9 CH) in granuli. La corteccia dell’albero di china è utilizzata anche come fitoterapico con finalità digestiva, o antimalarica o per l’astenia e l’anemia, ma tale utilizzo è controindicato in gravidanza e durante l’allattamento dove va proposto in diluizione omeopatica.

Dott. G. Maggi

Dott. A. Dassano