Il pavimento pelvico, quel famoso sconosciuto di cui recentemente si inizia a parlare ma che per molti rimane un mistero.
Il pavimento pelvico costituisce la componente muscolare interna del perineo, ovvero la regione anatomica situata nella parte inferiore del bacino delimitata anteriormente dalla sinfisi pubica, posteriormente dal coccige e lateralmente dalle tuberosità ischiatiche, costituito dall’insieme di tessuti cutanei, muscolari, fasciali e legamentosi che contribuiscono a chiudere in basso la cavità addomino-pelvica.
Per semplificarne la comprensione, il perineo viene identificato come quella parte del nostro corpo che poggia sul sellino della bicicletta.
La funzione del pavimento pelvico e dei muscoli che lo compongono è di circondare, sostenere e mantenere in sede gli organi endo-pelvici quali vescica, utero e intestino.
Quest’area, di cui non sempre si ha una piena consapevolezza, è fondamentale per la salute e il benessere di ogni donna in quanto è coinvolta in importanti meccanismi fisiologici quali la continenza urinaria e fecale, garantisce la qualità della vita sessuale e riproduttiva, sostiene la gravidanza e collabora durante il parto all’espulsione del feto.
Solo recentemente, dalla fine degli anni 90’, anche la medicina ne afferma la sua importanza riconoscendo la dignità scientifica della Riabilitazione Perineale, approfondendo lo studio fisiopatologico delle disfunzioni e ponendo l’attenzione sull’aspetto preventivo, terapeutico e riabilitativo.
Risulta pertanto fondamentale che ogni donna conosca e abbia una corretta percezione del proprio pavimento pelvico per preservare l’integrità di questa muscolatura che, se non allenata, può perdere forza ed elasticità e condizioni fisiologiche quali la gravidanza, il parto e la menopausa o lo svolgersi di naturali azioni quotidiane che causano aumenti della pressione addominale quali uno starnuto, un colpo di tosse, la stitichezza o il sollevamento di pesi possono rappresentare momenti di rischio per il perineo con ripercussioni sul suo funzionamento.
Nella vita della donna, tra gli eventi che maggiormente influenzano la funzionalità del pavimento pelvico, la gravidanza e il parto sono tra le principali cause di insorgenza di disfunzioni pelvi- perineali, nonostante ci sia un livello di soggettività che varia di donna in donna in base al tipo di tessuti (in alcune sono più resistenti piuttosto che in altre), all’età e alla preparazione che ha avuto il perineo durante la gravidanza.
I segnali che possono indicare debolezza di questa muscolatura e che possono essere riferiti dalle donne interessano la sfera genitale e sessuale, come il senso di peso nel basso ventre, l’incontinenza urinaria o fecale ad esempio in occasione di tosse/starnuti, la stipsi o la difficoltà ad avere rapporti sessuali.
Nel corso della gravidanza le strutture pelviche, già rese lasse e cedevoli dagli ormoni gravidici, sono sottoposte a forti sollecitazioni dovendo supportare e contrastare il peso degli organi pelvici e dell’utero, aumentato di volume per la presenza del feto, del liquido amniotico, della placenta e degli annessi.
Durante la gravidanza la prevenzione è basata su un’adeguata preparazione della gravida aiutandola a prendere coscienza del proprio perineo; a tal proposito è utile e consigliato seguire corsi di accompagnamento alla nascita con le ostetriche in cui verranno insegnate non solo le tecniche per il corretto utilizzo del pavimento pelvico ma anche le strategie da adottare per ridurre l’insorgenza di danni durante il parto.
(cfr. Il perineo nella preparazione al parto – parte prima e parte seconda)
Il parto è un evento naturale non esente da complicazioni a carico delle strutture perineali; contribuendo attivamente al travaglio e al passaggio del feto nel canale vaginale, anche quando il periodo espulsivo avviene in maniera fisiologica gli organi endo-addominali come vescica e retto vengono compressi e i muscoli del perineo sottoposti ad un notevole stiramento, talvolta anche a lacerazioni, ed è perciò frequente che esso vada incontro a lesioni che possono compromettere il normale sostegno dei visceri pelvici.
I danni perineali che possono verificarsi durante il parto possono essere prevenuti non solo con un’adeguata preparazione in gravidanza, come detto precedentemente, ma anche con un’appropriata condotta ostetrica in sala parto mirata alla protezione del perineo e al rispetto del momento della nascita come atto d’amore, garantendo un ambiente accogliente e protetto che favorisca la tranquillità e l’intimità della donna così da ridurne l’irrigidimento che renderebbe più difficili l’espulsione del bambino.
Il periodo del puerperio permette di identificare le donne che sono a rischio di sviluppare una disfunzione pelvi-perineale o quelle che già ne sono affette, indirizzandole verso un percorso terapeutico mirato e personalizzato con ostetriche specializzate nella riabilitazione del pavimento pelvico che prevede sia un approccio educazionale che un utilizzo combinato di varie tecniche e il ricorso a vari ausili medici specifici.
Gli esercizi e il programma di recupero vanno ripresi, o intrapresi, dalla 6-8 settimana dopo il parto in modo graduale per riattivare la contrattilità, riassorbire gli edemi e migliorare la circolazione locale; in genere queste disfunzioni perineali, se a breve termine, sono recuperabili entro 12-18 mesi.
Nel post-partum l’obiettivo della rieducazione è il recupero anatomico e funzionale del perineo e a tal fine si può intervenire anche fornendo alle mamme alcuni semplici consigli comportamentali che possono ridurre o evitare fattori favorevoli all’insorgenza o all’accentuazione delle disfunzioni, quali:
- praticare una corretta igiene intima
- ridurre o evitare la stipsi favorendo una regolare funzionalità intestinale con un’alimentazione e idratazione adeguata e concedendosi momenti di attività fisica quali una semplice camminata per attivare la motilità intestinale
- svuotare la vescica solo quando è presente lo stimolo e proporzionalmente alla quantità di liquidi introdotti
- assumere una corretta postura durante la minzione e la defecazione, evitando spinte
- durante l’allattamento assumere posizioni che non gravino sul perineo
- evitare la tosse persistente (causata ad esempio dal fumo di sigaretta)
- non sollevare carichi di peso eccessivi
- non eseguire lavori pesanti senza determinati ausili
- prima e dopo i rapporti sessuali urinare e praticare una corretta igiene intima
- evitare di aumentare eccessivamente di peso
- evitare un allenamento addominale intenso nelle prime 6 settimane dopo il parto; si consiglia infatti prima una rieducazione perineale e solo in un secondo tempo una ginnastica addominale, prediligendo comunque un’attività fisica che non gravi eccessivamente sul piano perineale
E’ importante ribadire che in tutte le fasi del ciclo vitale femminile è possibile intervenire, nei modi e tempi adeguati, per favorire la salute di questa parte del corpo, poco conosciuta e spesso dimenticata.
Michela Forte ostetrica