A tutti è capitato di rendersi conto che a volte lo stato d’animo della giornata è influenzato da ciò che si è sognato la notte precedente. Senza un motivo oggettivo ci si sente fiduciosi e ottimisti, oppure malinconici e arrabbiati. Se nel primo caso non ci si chiede troppo il perché ma si apprezza il proprio stato d’animo, nel secondo si vorrebbe sapere quale sia il nesso, perché si sia infastiditi dallo strascico che un sogno può lasciare, soprattutto se è “in rottura” con ciò che si prova in quel periodo. (cfr. I sogni in gravidanza)
È quello che capita a molte donne incinte, che vivendo una gravidanza serena, non si aspettano di poter fare (e anche in modo ripetitivo) sogni che spaventano, terrorizzano (a volte sono presi come anticipazioni di disgrazie), che gettano un’ombra su un periodo tanto positivo.
In realtà questi sogni dal contenuto manifesto a tema distruttivo (sogni di violenza, di lotta, di sangue, di morte, di incidenti, di cataclismi, di attentati ecc.), hanno una funzione di protezione della gravidanza, in quanto permettono la realizzazione di desideri infantili inconsci che potrebbero realizzarsi con situazioni che mettono a repentaglio la gravidanza (aborto) o il benessere materno (sintomi).
Va ricordato infatti che la donna incinta rivive, senza rendersene conto, le sensazioni provate fin dalla vita intrauterina, in cui era contenuta nell’utero di sua madre. Li ogni embrione combatte una guerra per sopravvivere ai tentativi che la madre mette in atto inconsciamente per sbarazzarsi di lui, in quanto è un corpo estraneo che le sue cellule non riconoscono “come self”. L’uovo, che nasce dalla fusione dell’ovulo materno e dello spermatozoo paterno, è infatti una cellula estranea per il corpo materno, che pur deve ospitarlo per nove mesi. Perché questo possa realizzarsi, le cellule materne devono arrivare a tollerarlo, come se fosse uguale a loro. Ma questo avviene solo dopo una iniziale lotta, che per ogni coppia madre/embrione ha intensità diversa: dipende infatti dalla forza di espulsione della madre e dalla capacità di “attaccarsi” dell’embrione. (cfr. L’embrione, un corpo estraneo per la madre?)
Quando una donna resta incinta si riattivano le tracce della guerra uterina vissuta all’inizio della sua vita, che colorano quella che vivrà col suo embrione.
L’inevitabile scontro tra madre e figlio all’inizio della gravidanza si manifesta con situaIoni diverse, più o meno compatibili con il suo proseguimento:
- l’aborto, che rappresenta la riuscita di questo tentativo ma che spesso si scontra con il desiderio cosciente di avere un figlio
- i sintomi gastrointestinali in cui l’espulsione avviene, ma attraverso delle sostituzioni attuate a livello inconscio (cfr. )
- i sogni, che rappresentano la soluzione più fisiologica per realizzare in modo camuffato i desideri inconsci sorti durante la vita intrauterina e infantile e riattivati dalla gravidanza (cfr. i sogni in gravidanza)
Nei sogni di violenza (che sono statisticamente quelli più raccontati dalle donne incinte) il contenuto manifesto esprime con particolare trasparenza il processo in corso, permettendo la realizzazione dei desideri infantili inconsci, senza che sia ostacolato il prosieguo della gravidanza.
Dunque per le donne a cui capita di fare sogni di questo tipo, può essere utile e rassicurante ricordare cosa esprimono e perché si fanno, anziché lasciarsi spaventare dalle immagine oniriche che ricordano al risveglio.
Dott. M. Marcone Milano
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