Un litigio con la mamma (9)

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“ll primo abito premaman mi è stato regalato da mia madre. Voleva essere un pensiero gentile, invece, quando siamo uscite per comprarlo tra noi c’è stato un brutto litigio che mi ha smosso un rancore forte, eccessivo per la situazione.

Da quando sono incinta ho notato che il rapporto con mia madre si è intensificato, sia negli aspetti positivi che in quelli negativi. La vedo più di prima, spesso mi invita a pranzo, così è sicura che mi nutro, e a volte esce con me per fare acquisti. Se mio marito va via per lavoro mi invita a andare a dormire da loro, perché non è tranquilla che resti sola di notte. Vivendo accanto a mia madre mi rendo conto che a volte mi opprime con il suo affetto e con l’eccessivo timore che mi possa capitare qualcosa. Non capisce che, pur aspettando un bambino, sono sempre una donna adulta, libera, indipendente. Per lei sono tornata la bambina da coccolare ma anche da dirigere.

Questo suo comportamento sotto certi aspetti mi gratifica perché mi esprime il suo affetto e mi offre tutti i vantaggi che può dare la dipendenza da un’altra persona. Tuttavia cerco di distaccarmene perché mi pare che si intrometta un po’ troppo nella mia privacy, con continui consigli su come preparare l’arrivo del bebè o sul comportamento da tenere poi con lui. Vorrei evitare che si ripetesse lo spiacevole episodio dell’acquisto del vestito premaman. Senza rendersene conto, pretendeva che lo scegliessi in base al suo gusto e insisteva che ne prendessi uno che non mi piaceva e che mi faceva sentire goffa e sgraziata. A me ne piaceva un altro, più giovanile e moderno, che mi stava decisamente meglio. Visto che non la smetteva di insistere, le ho detto che se non voleva regalarmelo potevo anche comprarmelo da sola, senza dover dipendere da lei: così si è offesa, mi ha tenuto il muso per tutta la sera e io sono stata invasa dai sensi di colpa per averla trattata male!

Tuttavia, se ripenso a questo episodio, mi chiedo: se da bambina spesso mi costringeva a vestirmi come voleva lei…adesso, adulta e quasi mamma, avrò finalmente il diritto di vestirmi come voglio?”

Il litigio di Lara con sua madre, evento di per sé banale, evidenzia la forte carica di aggressività che esiste tra due poli che la gravidanza ha avvicinato: la figlia e la madre. La prima in certe occasioni è portata a comportarsi come una bambina, pur volendo mantenere la sua indipendenza di adulta; la seconda continua a considerarla e a trattar- la da bambina, ma deve arrendersi all’evidenza che ormai non lo è più, tanto che sta per prendere il suo posto. Non c’è da stupirsi quindi né degli atteggiamenti regressivi della figlia, né di quelli possessivi della madre,) esdella loro rivalità inconscia (cfr. Aspetti ambivalenti del rapporto con la madre durante la gravidanza )

In molti casi il rapporto madre-figlia è spostato sulla suocera. Se nell’attualità è lei «l’antagonista» della gestante, a livello inconscio nulla cambia. La conflittualità con la madre, vissuta nell’infanzia e riattivata dalla gravidanza, esplode attraverso un sostituto: la suocera.

Questo spiega perché anche l’attesa di un bambino ben accetto e desiderato può scatenare conflitti familiari intensi, dolorosi, non giustificati dalle cause che li hanno provocati. Basta pensare alle incomprensioni quasi insormontabili che sorgono a volte per la scelta del  padrino e della madrina  o del nome da dare a nascituro!