Avere un bambino può essere una scelta meravigliosa, ma richiede grande consapevolezza da parte dei futuri genitori, perché si tratta di un cambiamento irrevocabile di vita che comporta, almeno inizialmente, una revisione delle proprie abitudini.
Spesso non ci si rende conto che l’investimento emotivo e la disponibilità affettiva che dovrebbero essere rivolte alla crescita di un figlio limitano, almeno temporaneamente e soprattutto per la madre, la possibilità di dedicarsi con intensità e continuità agli impegni che assorbivano le sue energie prima della nascita del bambino (lavoro, vita sociale, creazioni artistiche, attività sportive ecc.). A questo si aggiungono la stanchezza dovuta allo sconvolgimento degli orari e la sensazione di non poter disporre più del proprio tempo, visto che viene scandito dai ritmi del bebè.
Si tratta perciò di una scelta che dovrebbe essere ben ponderata dalla coppia, senza l’interferenza di pressioni esterne (famigliari e sociali) che spesso non ne rispettano i desideri e i tempi. Avere figli non è un obbligo a cui tutti si devono assoggettare per compiacere qualcun altro se non ne provano un profondo desiderio. Anche in questo caso la scelta dovrebbe essere fatta senza interferenze esterne, quando ci si sente nella condizione ideale per viverla con maggiore serenità. La difficoltà procreativa in certi casi si presenta come la risposta a una pressione imposta: un modo per disattendere le aspettative altrui, che viene messo in atto inconsapevolmente da chi non ha altri mezzi per esprimere la propria volontà se non vuole o non è ancora pronto a diventare genitore.