Giochi e giocattoli, un mondo a misura di bambino (prima parte)

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E’ necessario avere ben chiara la differenza tra giochi e giocattoli, ancora troppo spesso confusi tra loro, ma soprattutto comprendere l’esistenza di diverse tipologie di gioco alle quali è buona prassi accompagnare e proporre giocattoli (intesi nel più ampio concetto di ‘materiali) differenti. L’adeguata corrispondenza tra gioco e giocattolo permette di offrire al bambino un’esperienza ottimale e su misura per il suo percorso di crescita.

Sonagli, palle, macchinine, bambole…e ancora maracas, costruzioni, cubi…

Se ci pensiamo bene, esiste un immensa varietà di giocattoli che acquistiamo ed offriamo ai bambini  e questo, voi mamme lo sapete bene. Quante volte, soprattutto durante la primissima infanzia, voi, ma anche nonni, zii, amici, fate trovare, in meravigliosi pacchetti regalo, giocattoli di ogni genere: sonori, luminosi, da incastrare o da manipolare, da comporre o lanciare?! La risposta la conosciamo entrambi: molte volte! Questo, chiaramente quando non va in contro ad una sovrastimolazione, non è un male! I giocattoli, alcuni più di altri, sono utili all’evoluzione del vostro bambino, perché strumenti necessari a quella famosa attività chiamata GIOCO.

Come illustrato nell’articolo precedente, il gioco si configura come un vero e proprio lavoro, indispensabile per la crescita del bambino e proprio come ogni lavoro, ha bisogno di materiali e strumenti adeguati, utili e funzionali, per l’appunto, i giocattoli.

Il binomio gioco-giocattoli è pertanto indissolubile, ma non così scontato.

Per questo motivo, care mamme, se avrete piacere a proseguire nella lettura, vedremo insieme le diverse tipologie di gioco ed i giocattoli consigliabili per ognuna.

 

Quale gioco? Quali giocattoli?

Quando parliamo di ‘gioco’ immediatamente pensiamo ai bambini. Ma vi siete mai soffermati a pensare a quale immagine richiama nella vostra mente questa attività? Quanti di voi immaginano il gioco come l utilizzo delle bambole o della pista delle macchinine? E ancora, quanti associano al gioco l’immagine di due bambini che si passano la palla o di uno solo che costruisce una torre di Lego? E chi di voi, invece, ricollega al gioco uno scambio di sorrisi tra una mamma ed il suo bimbo o il dondolio tra le braccia di papà?!

I bambini, come stiamo vedendo assieme nel corso degli articoli, crescono e maturano, acquisendo competenze sempre nuove e sempre più evolute per ogni area di sviluppo: motoria, cognitiva, comunicativa, ma anche relazione e, per l’appunto, di gioco. Per questo motivo è possibile pensare al gioco come ad un’attività in continuo aggiornamento ed arricchimento, e che procede di pari passo con lo sviluppo del bambino.

Seguendo questo filone, sono state convenzionalmente individuate 4 tipologie di gioco che si susseguono e si intrecciano nell’arco dei primi 2 anni di vita. Di seguito vedremo insieme le peculiarità di ciascuna e i giocattoli/materiali consigliati per delle proposte ludiche adeguate e ottimali.

GIOCO TONICO EMOZIONALE: (0-2 MESI) si tratta delle prime forme piacevoli di scambio  e comunicazione che si presentano attraverso il contatto corporeo tra il bambino e la sua mamma. Il gioco avviene anche tramite il dialogo relazionale faccia a faccia con sguardi, sorrisi…, il sostegno ed il contenimento offerto (= holding), le manipolazioni posturali del corpo del bimbo nello spazio (= handling) e grazie alle variazioni di ritmo, tono ed emozioni.

Con il trascorrere dei mesi, (2-6 MESI) il gioco tonico emozionale si raffina e si manifesta sempre di più come un’attività ludica di postura e movimento in relazione con il corpo dell’ adulto. Il tono muscolare è un vero e proprio  veicolo di espressione.

I giochi d’interazione faccia a faccia presentano sempre più vocalizzi e l’ attenzione comincia ad indirizzarsi anche verso gli oggetti.

 

Il consiglio della Neuropsicomotricista:

Il corpo della mamma e del papà, le vostre espressioni del volto, la voce, il contenimento fisico sono i primi e più importanti strumenti di gioco con il vostro bimbo. Accompagnate le vostre parole, poche, ma chiare, a gesti delicati, accoglienti, a carezze e massaggi nelle diverse parti del corpo. Utilizzate solitamente un tono di voce pacato (no urla), ma in grado di modularsi alla situazione e all’interazione; accompagnate sempre una  mimica del volto chiara, ma variegata e teatrale (es. felicità: grandi sorrisi; stupore: occhi molto sgranati e bocca in chiusura ad “O”).

Consigliabili sono: libricini sensoriali e in tessuto, sonagli e materiali semplici, facilmente reperibili e di uso quotidiano, giochini da mettere in bocca, tappeti morbidi e, soprattutto per i primissimi mesi, materiali con evidenti contrasti visivi (es. bianco e nero).

 

Dott.ssa Sonia Pallocca

Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva

Studio PsicoMedia, Via Sempione n.8 – Oleggio (No)

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