Il ruolo e la funzione del padre nello sviluppo neuropsicomotorio del bambino (seconda parte)

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Il bambino è nel mondo: il ruolo del padre nel processo evolutivo

Conclusosi il periodo della diade e conquistata l’indipendenza dalla fusionale relazione materna, il bambino è nel mondo esterno: sperimenta sé stesso e l’ambiente, lo esplora e si interfaccia con nuove figure, mantenendo però sempre come riferimento primario la madre e il padre.  Madre e padre hanno ruoli differenti, ma complementari nel percorso evolutivo del bambino. La madre, solitamente per sua natura, accudisce e protegge mentre, il padre, tende ad assumere il ruolo di guida, attraverso la praticità e l’esempio.

Nel corso degli anni, numerose ricerche, hanno evidenziato una serie di caratteristiche che contribuiscono ad indentificare una figura paterna equilibrata ed efficace nella relazione con il bambino. Di seguito ne analizziamo alcune insieme.

La figura paterna è:

  • Esperienza pratica.

È solitamente il padre che, per indole, si dedica ad accompagnare il bambino nelle scoperte e nell’esecuzione di attività concrete: ad esempio arrampicarsi, tuffarsi, andare in bicicletta…

  • Limiti e norme.

Inconsciamente rappresenta il mondo esterno con il quale il bambino si deve e si dovrà interfacciare costantemente nel corso del suo sviluppo, e per questo è colui che pone limiti e confini, anche con l’obbiettivo di assicurarsi che vengano mantenute le giuste distanze tra genitori e figli. Concretamente è il padre che, nel caso in cui il bambino dorma in camera con i genitori o nello stesso letto di mamma e papà, tende a voler cambiare questa situazione, incentivando il bambino a dormire nella sua camera e ripristinando così il giusto equilibrio e i giusti spazi tra le parti.

  • Responsabilità.

Un padre capace di prendersi responsabilità e di portarle avanti, nonostante questo valga anche per la madre, soprattutto al giorno d’oggi, è sempre un esempio positivo per i bambini.

  • Disponibilità.

Si tratta di una caratteristica fondamentale per lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino, fondamentale. Un padre che costruisce una relazione stabile e positiva con il proprio bambino, è un padre che dedica del tempo al proprio figlio per il puro piacere di stare insieme. La principale attività che permette di attivare la ‘disponibilità’, è il gioco. Per i papà, spesso ‘giocare’ non è semplice: si sentono poco flessibili, poco creativi ed enfatici, troppo pragmatici. Ma è attraverso l’azione del ‘giocare’ che il papà può ritagliarsi quel momento particolare ed unico per “stare” con il proprio bambino e non “fare” con il proprio bambino. Il gioco papà-bambino, è un momento necessario ed unico. Un’esperienza differente dal gioco con la madre, di cui il bambino ha bisogno, proprio perché sperimenta un’altra modalità ludica, tendenzialmente più dinamica, fisica e improntata sul movimento. Il padre non deve sentirsi incapace, ma deve mettersi in gioco nel gioco…con il proprio bambino.

  • Coinvolgimento.

Se il papà si mostra coinvolto e disponibile, il bambino avrà maggior possibilità di maturare autonomia ed indipendenza. La modalità più concreta è sempre il gioco, che porta il padre ad essere partecipe fin da subito nella vita del bambino.

È chiaro che mettere in pratica tutto questo appare difficile nella realtà quotidiana, ma ciò che risulta fondamentale è conoscere. Conoscere il ruolo paterno per le madri, conoscere il proprio ruolo per i padri. Solo così è possibile porre attenzione, nei momenti giusti, alle proprie condotte, affinché lo sviluppo del bambino possa essere il più armonioso possibile.

 

Dott.ssa Sonia Pallocca

Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva presso Studio PsicoMedia, Via Sempione n.8 – Oleggio (No)

www.ferrarilaura.it      349 5718256

 

 

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