Problemi dell’allattamento al seno (parte prima)

0
532

 

cfr L’allattamento al seno (Parte seconda)

L’allattamento materno è un momento unico e offre  importanti vantaggi fornendo un alimento naturale e sempre disponibile; l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda infatti l’allattamento esclusivo al seno fino al 6° mese di vita.

Capita però che alcune donne incontrino difficoltà transitorie che possono essere risolte migliorandone la gestione, con un aiuto e supporto competente

In questo articolo tratteremo i problemi più frequenti, come riconoscerli e quali soluzioni adottare per superarli, facendo sempre riferimento agli esperti dell’allattamento quali l’ostetrica e il pediatra.

  • INGORGO MAMMARIO

L’ingorgo mammario è una delle problematiche più comuni soprattutto nel primo periodo.

Tra il terzo e il quinto giorno dopo il parto insorge la montata lattea, l’inizio della secrezione di latte dalla ghiandola mammaria il cui accumulo rende il seno turgido e pesante; se questo non viene drenato può diventare duro, caldo e dolente con la pelle tesa, lucida e arrossata e possono manifestarsi febbre e spossatezza.

La causa è da ricollegarsi ad uno scorretto svuotamento del seno durante l’intero periodo dell’allattamento, dovuto ad intervalli troppo lunghi tra una poppata e l’altra o a una suzione poco efficace e duratura.

Gestione e soluzioni

  • E’ efficace partire dalla prevenzione lasciando il seno libero o indossando reggiseni comodi e non troppo stretti per evitare il ristagno del latte
  • La miglior soluzione sta nello svuotare spesso il seno attaccando il bambino, specie se lo richiede, o utilizzando il tiralatte
  • Applicare impacchi caldo-umidi prima della poppata facendo ricorso a panni intrisi in acqua calda, a borse dell’acqua, all’immersione del seno in una bacinella o nel lavandino o ad una doccia calda; questa pratica va eseguita per due-tre minuti e successivamente si può procedere attaccando il bambino o il tiralatte
  • Cambiare spesso le posizioni di attacco del bambino per permettere che tutti i quadranti del seno vengano svuotati e prediligere le posizioni reclinate in avanti per sfruttare la forza di gravità che permette al latte di defluire con più facilità
  • Massaggiare il seno e stimolare i capezzoli arrotolandoli tra pollice e indice in modo da attivare il riflesso di emissione del latte
  • Nelle pause tra le poppate applicare impacchi freddi al seno per alleviare il dolore e la tensione

 

  • CONFORMAZIONE DEI CAPEZZOLI

I capezzoli hanno varie forme e dimensioni e sono tutti adatti ad allattare; solitamente sono sporgenti verso l’esterno ma in alcuni casi possono essere:

  • Piatti = poco sporgenti verso l’esterno
  • Introflessi = rientranti al seno, verso la cassa toracica
  • Lunghi e/o grossi = molto sporgenti e larghi

Queste anomalie possono colpire una o entrambe le mammelle provocando delle difficoltà specie nelle prime settimane in cui il neonato non ha ancora affinato la sua capacità di suzione che risulta poco vigorosa o se la sua bocca è piccola e fatica ad attaccarsi e a mantenere la presa.

Gestione e soluzioni

  • Correggere la posizione e l’attacco del bambino
  • Attaccare spesso il neonato cosicché possa abituarsi e fare pratica
  • Stimolare la protrusione del capezzolo prima di iniziare la poppata, manualmente arrotolandolo tra pollice e indice o applicando il metodo “della siringa modificata”, da richiedere ad un consulente esperto dell’allattamento, o usando un tiralatte
  • Se tutti questi accorgimenti non sembrano risolvere le difficoltà, ricorrere all’ausilio temporaneo del paracapezzolo per brevi periodi; prediligere quello in silicone poiché più sottile e adattabile alla conformazione del seno e rivolgersi ad un consulente che spieghi come indossarlo e come rimuoverlo progressivamente.

Michela Forte, ostetrica    michela.forte@hotmail.it

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

[vc_message message_box_color=”vista_blue”]Per quanto riguarda l’omeopatia, per l’ingorgo mammario si può usare  LAC CANINUM 30 CH granuli  quando il seno è teso e dolente ( 5 granuli ad ogni poppata). Può essere utile associare APIS 15 CH granuli, 3/4 volte al giorno,  quando si ottiene sollievo con applicazioni fredde sulle mammelle.  PHYTOLACCA DECANDRA, sempre alla 30 CH granuli, quando i noduli oltre che dolenti iniziano ad essere arrossati.

E’ importante rivolgersi al medico se i primi fastidi non si risolvono spontaneamente nel giro di poco tempo o tendono a peggiorare. La comparsa di febbre è sempre un segnale importante che può condurre alla prescrizione di una terapia antibiotica.

[/vc_message]