Social freezing – Preservazione della fertilità (ora attuabile anche in Italia)

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Cambiano i pensieri, cambiano gli obiettivi e si adeguano le strategie… ecco perché oggi vi voglio parlare di “social freezing”, forse non tutti conoscono questa tecnica di preservazione della fertilità, ma sempre più le giovani donne italiane la richiedono

La crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale (detta anche “social freezing”) può essere definita come una prevenzione o una terapia dell’infertilità’ futura. Si tratta dell’applicazione delle tradizionali tecniche di crioconservazione dei gameti femminili (ovociti), ormai standardizzate universalmente, per accedere, in caso di mancato concepimento spontaneo, alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Certo consigliare un adeguato stile di vita dovrebbe essere logico e attuato sin dalla più giovane età, ma purtroppo non è detto che una donna possa cercare o voglia cercare una gravidanza al di sotto dei 40 anni. Come ben illustrato dalla Dott. Marcone nell’articolo sulla “sterilità pre-primaria”(cfr. https://maternita360.it/sterilita-e-infertilita/), chi ce lo dice che la donna in oggetto avrà una stabilità economica che le consenta di “concedersi una gravidanza” o che abbia trovato la persona adatta con cui pensare di concepire e crescere un figlio?

Negli ultimi anni e ancor più in questo periodo di grave crisi economica mondiale, nei paesi industrializzati e in particolar modo in Italia, le donne, per fattori economici e sociali quali la precarietà del lavoro, il desiderio di fare carriera o rapporti sentimentali poco stabili, tendono a differire la scelta di avere un figlio, ad un’età’ di almeno dieci anni superiore rispetto alle generazioni precedenti. Inoltre negli ultimi 30 anni la fertilità nel mondo occidentale è diminuita di un terzo rispetto al passato.

Fermo restando che attualmente in Italia si pensa alle pensioni ma non a politiche sociali che permettano alle giovani donne e/o coppie di pensare a costruire il proprio nucleo familiare e a riprodursi.

E allora nasce sempre più forte nella società italiana la necessità di informare le donne, le mamme, le zie, che esiste il social freezing.

Tale tecnica era finora utilizzata in Italia in donne che dovevano sottoporsi a chemioterapia per una patologia neoplastica o radioterapia della pelvi, o a cure e interventi demolitivi sugli annessi (ad esempio endometriosi) che possono incidere irreversibilmente sulla capacità riproduttiva futura.

Le donne che desiderano criopreservare la loro fertilità, devono sottoporsi ad una terapia con gonadotropine, che sono farmaci iniettabili che inducono lo sviluppo di diversi follicoli ovarici, che verranno aspirati in sala operatoria in maniera sterile e al cui interno si recupereranno gli ovociti, che verranno divisi in base alla fase di maturazione e gli ovociti in metafase II verranno crioconservati.

Sarebbe ideale conservare almeno 10-15 ovociti, questi vengono stoccati in azoto liquido a -196°C in apposito contenitore. La percentuale di ovociti che sopravvivono dopo lo scongelamento è di circa il 70-80%

Le percentuali di gravidanza che si ottengono utilizzando ovociti crioconservati è pari a circa il 15%

Sicuramente sarebbe preferibile dal punto di vista biologico criopreservare la propria fertilità e i propri ovociti a 20-25 anni, infatti a questa età tale metodo sarebbe davvero eccellente sui tassi di gravidanza, ma ovviamente a questa età nessuno alle nostre latitudini pensa a procreare o a preservare la propria fertilità, anzi si pensa più ad una scelta contraccettiva sicura.

Purtroppo più avanza l’età’ della donna, meno efficace risulta tale tecnica, tanto che risulta assolutamente sconsigliata oltre i 36 o 38 anni a seconda degli studi.

Riflettiamo un attimo su un’evidenza, per me ahimè quotidiana: quante donne oggi devono richiedere tecniche eterologhe di gravidanza e quindi utilizzare i gameti di un’estranea al di sotto dei 30 anni per ottenere una gravidanza? Se si mettessero in banca i nostri ovociti, quando l’età biologica lo consente, non sarebbe più confortevole utilizzare quelli se spontaneamente non riuscissimo a procreare?

E’ un pensiero semplice, ma che dovrebbe portarci ad una riflessione autentica e senza ipocrisie.

Dott. V.Valentino

Specialista in Ostetricia e Ginecologia

Fisiopatologia della riproduzione

Dirigente medici ASL Nordovest Toscana