Il gioco nel bambino e nei genitori

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I bambini giocano. Giocano da sempre, fin da piccolissimi, ma per noi adulti, spesso, il gioco è qualcosa di secondario, un passatempo.

Alle volte è indispensabile che il nostro bambino giochi, così da ritagliarci qualche minuto di tempo per le faccende che abbiamo accumulato o per il lavoro che dobbiamo terminare; altre volte, invece, interrompiamo improvvisamente il gioco del nostro bimbo, perché qualcosa di ‘più importante’ da fare ci attende.

In realtà il gioco è un vero e proprio lavoro; un lavoro molto serio, al quale devono essere riconosciuti valore ed importanza perché accompagna e cresce di pari passo con lo sviluppo del nostro bambino.

Giocare non è semplice, e voi, cari mamme e papà, forse lo sapete bene; per questo vi condurrò nel meraviglioso ‘ mondo del gioco ’. A partire da questo primo articolo, insieme andremo alla scoperta della mappa evolutiva del gioco, ne comprenderemo i benefici per i bambini ed anche  per voi genitori , e non mancheranno alcuni consigli pratici per sostenere e guidare il vostro bimbo verso uno sviluppo ottimale.

IL GIOCO E IL SUO RUOLO NELLO SVILUPPO DEL BAMBINO

Il gioco è definibile come quell’attività che nasce da un bisogno intrinseco del bambino di realizzarla e che non trova gratificazione nel fine che raggiunge o nel risultato che produce, poiché  racchiude già di per sé stessa piacere e appagamento.

Giocare è quel processo naturale ed essenziale attraverso il quale i bambini sviluppano progressivamente la basi neurologiche che, in futuro, permetteranno loro di comunicare, di creare, di risolvere problemi… Ed è sempre con il gioco che il bambino raggiunge, nel corso del tempo, diversi obbiettivi fondamentali per la sua crescita e per lo sviluppo della sua persona. Grazie all’utilizzo di  oggetti-simbolo ( = giocattoli) infatti, il bambino può scaricare su di essi  paure, ansie, insicurezze e frustrazioni, ma anche aspettative positive e momenti di estrema gioia…In questo modo, la maturazione personologica avviene in maniera più distesa e serena, facilitando il bambino nel padroneggiare meglio la realtà e nel gestire le situazioni emotive vissute, in maniera più attiva e controllante.

Ma il ruolo del gioco, non si esaurisce qui. Quando il bambino gioca si realizza un apprendimento del tutto spontaneo: questo significa che i bambini ‘non giocano per imparare, ma imparano perché giocano’. L’attività ludica favorisce il benessere neuro e psicomotorio e permette  l’acquisizione di numerosissime competenze socio-comunicative, emotive, motorie, cognitive…, come la capacità di relazionarsi con l’altro, di sperimentare il proprio corpo in movimento, di calibrare la propria forza o di pensare e ragionare in termini sempre più astratti… Ed offre ai genitori la miglior opportunità per relazionarsi con i propri bimbi.

MAMME E PAPÀ… IN GIOCO!

Giocare è da bambini. Quanti di voi, mamme e papà, partendo da questa convinzione, si sentono o si sono sentiti inadeguati o non più capaci di giocare? Quanti invece sono una presenza fissa e costante nei momenti ludici del proprio bimbo, proponendo qualsiasi tipo di materiale pur di innescare un gioco?

È importante che i caregivers siano presenti nel gioco del bambino, ma moderando e modulando la propria presenza.

Di fronte al gioco, l’adulto si deve porre come la figura che stimola, attiva, osserva, contiene, regola ed interagisce. Apparentemente un ruolo difficilissimo, ma se ci si riflette bene le basi ludiche e le sensibilità più primitive sono assopite dentro ad ogni adulto. Quello che è necessario fare è risvegliarle: un incarico che ogni mamma e papà dovrebbe impegnarsi ad adempiere perché responsabile di accompagnare e guidare il proprio bimbo nel suo percorso di crescita.

A partire da questa prospettiva, cosa dovrebbe fare concretamente il caregiver durante il gioco?

  • Preparare e facilitare: si tratta di predisporre un ambiente ludico adeguato, caratterizzato da uno spazio semplice e delimitato, ma non limitato (questo impedirebbe al bambino di sperimentare e sperimentarsi) e non sovraccarico di materiali. L’obbiettivo è quello di facilitare l’esperienza ludica, non di anticiparla, di promuovere l’iniziativa del vostro bambino, non di indurla.
  • Interagire e comunicare: durante il gioco, interazione e comunicazione con il bambino sono elementi che favoriscono lo scambio, l’arricchimento del vocabolario, del repertorio ludico, oltre a consentire lo sviluppo di competenze socio-emotive. Il consiglio è quello di porvi fisicamente sullo stesso piano del vostro bimbo, provando a condividere il gioco e a co-costruire significati. Riproducete a specchio alcuni suoni emessi dal bambino e commentate con poche parole, ma chiare e descrittive. Utilizzate la mimica facciale e il vostro tono di voce per mostrare e restituire gli stati d’animo che emergono nel gioco.
  • Osservare e ascoltare: alle volte è importate mettersi da parte e guardare il bambino mentre gioca. Si tratta di un’azione importante, al pari delle altre, poiché vi pone in una condizione di ascolto, in una modalità differente. Una modalità che vi permette di osservarlo, di comprendere meglio cosa predilige ed utilizza con più frequenza, come utilizza i materiali…
  • Contenere e regolare: fornire regole principali (poche, ma chiare) e confini, permette al gioco del bambino di prendere forma in maniera sana ed adeguata. È inoltre necessario, in alcuni momenti e forme di gioco, riuscire a contenere l’esperienza del bambino attraverso il contatto, la modulazione corporea e la regolazione emotiva (ad esempio durate giochi eccessivamente dispersivi o di grande impatto emotivo, come ‘il gioco della lotta’).

Dott.ssa Sonia Pallocca

Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva presso Studio PsicoMedia, Via Sempione n.8 – Oleggio (No)

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