Allattamento e presenza affettiva

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L’allattamento al seno è sicuramente il modo migliore per nutrire e far crescere un neonato e per preservarlo, anche in futuro, da molte malattie. E’ dunque consigliato a tutte le mamme, perchè possano praticarlo almeno nei primi mesi di vita del bebè. Tuttavia spesso non si tiene in considerazione che i benefici dell’allattamento riguardano, oltre alla qualità del latte materno, la disponibilità, soprattutto inconscia, con cui viene dato al bambino.

Il pasto è un momento privilegiato di contatto con la mamma, che sé è lontana, distratta da altro e non serenamente focalizzata sul piccolo, non può soddisfare i suoi bisogni affettivi anche se lo allatta al seno. La scarsa presenza materna stempera i benefici dell’allattamento al seno e rende problematico lo sviluppo psicoaffettivo del piccolo.

L’attento esame fotografico fatto  durante un lavoro psicoterapeutico permette di valutare la qualità della presenza di chi allatta il bebè e di rendersi conto, attraverso l’esame dei dettagli, di quelle che sono le sue reazioni.

“Guardando attentamente due mie fotografie mentre venivo allattata, ho percepito una differenza che mi ha lasciato a bocca aperta. Una risale alla prima settimana di vita, sono in braccio a mia madre che mi allatta al seno. Questa foto non mi è mai piaciuta perché mi sembra che lei sia assente, poco spontanea, impacciata nel tenermi in braccio. Guardando attentamente il suo viso mi pare che mi dia il seno con distacco, senza guardarmi, senza un gesto d’affetto; forse è distratta da problemi che non mi riguardano e che captano tutta la sua attenzione. Io sembro essere scomoda, non a mio agio, anche se la mia testa è appoggiata contro di lei; come se non apprezzassi il contatto con il suo corpo e il buon latte che sazia la mia fame.

L’altra foto risale a qualche settimana più tardi, devo avere poco più di un mese e sono allattata dalla tata al biberon. Sono nello stesso posto dell’altra foto ma questa è così diversa che mi sembra un altro luogo, e non solo perché c’è più luce, ho un altro vestitino e qualche capello in più. La differenza non sta neanche nel fatto che c’è un’altra persona al posto di mia madre. In questa foto sono diversa io perchétra le braccia della mia tata che mi guarda sorridente, sono serena, distesa, rilassata. Faccio tutt’uno con il suo corpo e mentre succhio il biberon ho gli occhi socchiusi, come se stessi sognando, mentre la sua mano mi accarezza. È come se dicessi che bello mangiare, essere accarezzata, sognare!”

Vicino a una mamma psicologicamente lontana, che pare indifferente e incapace di esprimere un caloroso affetto, la neonata è tesa, rigida, contratta; anziché abbandonarsi  sembra volersi allontanare dalle braccia materne.

Ben diversa appare invece nelle fotografie con la tata che la guarda, l’accarezza, le offre il calore e l’affetto che le permettono di rilassarsi durante la poppata.

Quello che il neonato chiede, fin dai primi giorni di vita, è la piena soddisfazione dei suoi bisogni: ciò che conta per il suo sviluppo psicologico è la presenza affettiva e non solo fisica della persona che gli sta accanto.

Tanto meglio poi, se in condizioni ottimali, gli si offre l’alimento migliore per la sua crescita!

 

Dott. Marcella Marcone  Milano

www.marcellamarcone.it