Ho conosciuto Rossella al termine di un incontro pre-parto (dove aveva accompagnato un’amica), concluso con un augurio fatto alle gravide di trovare coi loro bebè lo stesso piacere provato da bambine giocando con le loro bambole. Uscendo dalla sala e passandomi accanto mi ha fissato in modo poco amichevole boffonchiando “se avesse avuto dei figli saprebbe in che calvario consiste la vita di una neomamma!”. Tre giorni dopo mi ha telefonato per un appuntamento: aveva scoperto che ero mamma anche io e voleva capire come fare per godersi una nuova maternità visto il peso che le aveva creato la precedente.
Abbiamo iniziato una psicoterapia durata vari mesi e poi ripresa dopo la nascita della sua seconda bambina. E’ lei stessa che mi ha chiesto di aiutarla a condividere la sua esperienza per poter far capire a tante mamme che si può godere appieno di un neonato, malgrado tanti momenti di stanchezza e di incertezza, se si ha il coraggio di confrontarsi con la propria storia, di scavare in quei conflitti interiori che altrimenti trovano nella maternità lo scenario ideale per essere proiettati e ripetuti. I piccoli accorgimenti adottati per non renderla riconoscibile nulla tolgono alla spontaneità del racconto della sua seconda maternità, che può essere di aiuto e incoraggiamento a tante mamme o future mamme che aspettano con ansia la crescita dei loro figli per poterseli godere. Se per il neonato è fondamentale avere accanto una mamma serena e non stressata anche per la mamma poter conoscere e scoprire il suo bebè con calma e consapevolezza rappresenta un piacere e un arricchimento di incommensurabile valore di cui troppo spesso, purtroppo, le donne si privano.