Qualsiasi donna nel corso della gravidanza a volte è sfiorata dalla paura che il suo bambino possa non essere sano. Se la maggior parte riesce ad allontanare dalla propria mente questa triste eventualità non appena vi si affaccia, a pensarci il meno possibile, a sviare la propria attenzione su altre cose per evitare di crearsi ansie inutili, per alcune questo pensiero si sovrappone a tutte le altre fantasie serene, diviene martellante, ossessivo, incontrollabile, tanto che a nulla servono le rassicurazioni date dal medico o l’esito di esami specifici.
L’intensità di questa paura, che ben di rado è motivata da situazioni oggettive, dipende dall’intensità con cui nell’infanzia certi desideri specifici di gelosia e di odio, e i sensi di colpa ad essi legati, siano stati vissuti dalla donna nei confronti di chi si è intromesso in una relazione affettiva gratificante, apportandone dei cambiamenti: per esempio un fratellino o una sorellina che nascendo inevitabilmente modifica il rapporto con la mamma.
Tanto più questi sentimenti sono stati allontanati dalla coscienza, dimenticati, rimossi, tanto più continuano ad agire nell’inconscio di chi li ha provati, e a rivolgersi verso oggetti che li possono soddisfare. Durante la gravidanza l’oggetto privilegiato è il nascituro, il piccolo intruso che, come si è già detto, per quanto desiderato, voluto, cercato, modifica con la sua presenza in utero i rapporti che la madre ha instaurato fino a quel momento: con il partner e con eventuali altri figli.
Su di lui si concentrano gli ambivalenti desideri materni (di solito negati), difficili da riconoscere perché più sono intensi a livello inconscio più arrivano alla coscienza camuffati. (cfr. L’embrione, un corpo estraneo per la madre?)
Uno dei tipici mascheramenti dell’ambivalenza è proprio l’eccessiva e immotivata preoccupazione della madre per lo stato di salute del bambino.
E’ come se la donna che è stata una bambina gelosa verso un fratellino (o altra figura capace di suscitare questi sentimenti), senza rendersene conto, temesse che si realizzino su di lui quei desideri che, in un tempo lontano e dimenticato, aveva provato verso qualcuno di cui ora il bambino ha preso il posto.
Dott. M. Marcone www.marcellamarcone.it