Come confermato dall’ ISTAT, in Italia, e in molti Paesi dell’area occidentale, ormai le donne decidono di avere figli nella seconda parte della propria età riproduttiva. Questo ovviamente può essere spiegato sia da motivi sociali e di scelta personali, sia da ragioni economiche. Le donne italiane generalmente fanno figli in età considerata più avanzata rispetto a quasi tutte le altre donne europee. Secondo gli ultimi dati ISTAT, l’età media al parto in Italia sale a 31.8 anni. Inoltre, nel 2017 si conteggiano 464mila nascite, nuovo minimo storico, e il 2% in meno rispetto al 2016, quando se ne ebbero 473mila.
L’età quindi rappresenta una delle prime cause della impossibilità di concepire per una donna. Le donne dovrebbero essere consapevoli del fatto che l’età fertile ha un suo declino con il passare dell’eta’. Ed è molto importante sapere che la diminuzione di fertilità avviene prima dell’ingresso in menopausa. La fertilità delle donne infatti si riduce già dopo i 30 anni, subendo un calo significativo dopo i 35 anni (50%) e più drastico dopo i 40 anni.
Il fattore eta’ rappresenta oggi il fattore più importante e frequente di sterilità femminile. Questo perché gli ovociti di donne over 40 anni possono presentare una più alta percentuale di anomalie genetiche e nel momento della fecondazione, possono dare luogo a embrioni che presentano alterazioni. L’ISS infatti afferma che la selezione naturale elimina gran parte degli embrioni che presentano anomalie, causando quindi un alto tasso di abortività spontanea in donne over 40 anni; infatti a questa eta’, ad esempio, la percentuale di aborti spontanei si aggira intorno al 34%, contro la percentuale di circa il 18% per le donne tra i 30 e i 39 anni.
Il fattore eta’ incide invece in maniera minore per quanto riguarda l’organo che portera’ la gravidanza, l’utero, anche se alcuni dati statistici hanno dimostrato come ci sia una correlazione tra l’età materna e una maggiore incidenza di casi di placenta previa, di difficoltà nel travaglio, di patologie uterine benigne, come polipi all’endometrio e fibromi uterini.
Le cause dell’infertilità femminile possono attribuirsi anche ad un fattore endocrino: una donna in età fertile è soggetta a fisiologiche fluttuazioni ormonali che avvengono periodicamente, regolando il ciclo mestruale e di conseguenza la capacita’ riproduttiva. Alcune malattie o sindromi, come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), i disordini tiroidei o una ridotta riserva ovarica possono causare alterazioni del ciclo mestruale fino ad arrivare a quadri di anovulazione (assenza di ovulazione).
Un’ incidenza importante sulla sterilità femminile può essere data anche da un’anomalia della morfologia e della funzionalità delle Tube di Falloppio. I danni più comuni e frequenti per le salpingi possono essere causati dalle infezioni pelviche, interventi chirurgici passati, germi come la gonorrea e la Chlamydia, batterio a trasmissione sessuale.
Una patologia molto nota, che colpisce circa il 10% delle donne in eta’ fertile è l’endometriosi, che può essere considerata una delle principali cause odierne dell’infertilita’ femminile, arrivando a pregiudicare in maniera rilevante la vita di una donna anche in altri aspetti della propria vita quotidiana.
Alcune alterazioni morfologiche o funzionali della cervice uterina, possono rendere difficoltosa la risalita degli spermatozoi verso le tube e quindi causare una difficoltà di concepimento, anche se il fattore cervicale di sterilita’ è molto discusso.
Infine tra tanti altri fattori che possono incidere sull’infertilità femminile ci possono essere alcune malattie sistemiche (come diabete mellito, disordini della tiroide o altre), alcuni fattori nutrizionali, l’esposizione a sostanze tossiche, esposizione a metalli pesanti, alcune abitudini di vita come il fumo, l’abuso di alcool, droghe o non ultimo lo stress.
Molto importante è sapere che a seguito di una patologia neoplastica, può svilupparsi sterilita’ dovuta alla somministrazione dei farmaci antitumorali. Secondo recenti studi, infatti, dopo una patologia oncologica generalmente il tasso riproduttivo appare più basso rispetto alla media. Per tale motivo è consigliabile un counselling riproduttivo prima di iniziare qualsiasi trattamento chemio-radioterapico, come consigliato da tutti gli istituti oncologici negli ultimi anni. Questo è valido sia nella donna , ma naturalmente anche nell’uomo.
Dott. V. Valentino Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Fisiopatologia della riproduzione