Osteopatia – La plagiocefalia del neonato

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Si tratta di una deformazione delle ossa craniche che si presenta in circa il 45% dei neonati.

Ma attenzione: non è una patologia, bensì una caratteristica aumentata negli ultimi anni per la tendenza (corretta!) di non far dormire il neonato a pancia in giù per evitare la SIDS, la sindrome della morta in culla.

Accade quindi che dormendo il neonato schiacci la testa sul cuscino e ovviamente la testa risulti poi asimmetrica.

Le cause

La plagiocefalia è maggiormente frequente nei parti gemellari, proprio perché la vita intrauterina richiede uno spazio maggiore.

Ma le plagiocefalie avvengono anche durante il parto, quando la teca cranica si deforma: questo accade perché il bimbo esce da un buco più piccolo della circonferenza del suo cranio, causando un ritorno plastico delle ossa nella posizione naturale o un ritorno spastico delle ossa nella posizione naturale che crea delle deformità.

Ciò che accade è che poi si possono creare delle asimmetrie anche nella fase dello sviluppo della colonna vertebrale, oppure delle asimmetrie della mandibola nella suzione nei primi mesi di vita o per la successiva masticazione. Per questo bisogna correre ai ripari: vediamo come.

I due approcci al problema e cosa può fare l’osteopatia

Uno degli approcci è il caschetto ortopedico: si misura il cranio attraverso una scansione digitale poi elaborata da un software appositamente realizzato, che permette la realizzazione del calco “individuale” della testa del bambino in pochi minuti.

Il caschetto all’esterno è realizzato in polietilene, mentre all’interno presenta un materiale morbido e atossico. È traspirante ed è possibile colorarlo in svariate fantasie; inoltre, la sua leggerezza (80/100 grammi) fa in modo che il bambino non si accorga di indossarla e non limiti l’impeto dei movimenti. Il caschetto si appoggia quindi nei punti prominenti del cranio lasciando spazio nelle zone appiattite per la crescita e in questo modo si può ripristinare la forma armonica del cranio del bambino in maniera ottimale.
Il caschetto viene poi modificato man mano che il neonato cresce; il contro è che costa molto, oltre al fatto che può arrecare un certo disagio sociale sia per il bambino e i genitori.

Con l’approccio osteopatico si procede invece a una valutazione del bimbo, che spesso ci viene inviato dal pediatra.

L’osteopata fa la solita anamnesi con la mamma: si escludono problemi come il torcicollo congenito, si parla della gestazione, del parto e così via. Poi si valuta il neonato con tocchi gentili della testa e, dato che le ossa craniche sono ancora malleabili si procede manipolando le ossa, spingendole e accompagnandole nella giusta posizione. Così facendo riusciamo a dare una miglior simmetria alla scatola cranica, lavorando quindi sulle suture delle ossa craniche e rimodellando – letteralmente – la testa del neonato.
Il problema, fatto salvo si tratti di casi gravi, si risolve in 3-10 sedute in base alla gravità . Ovviamente nelle plagiocefalie gravi l’osteopatia fa solo supporto e non da terapia sostitutiva.

Alessio Testa osteopata membro ROI

a.testaosteopatia@gmail.com