La riproduzione: un fatto di visceri e cuore

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Di visceri, nel senso che la prosecuzione della specie è un fatto biologico trasversale, un evento che il nostro corpo fa di tutto per realizzare.
Di cuore, perché è profondamente connesso con la affettività: nei confronti del compagno/a che ci si sceglie, nei confronti della prole ancora di più: ricordiamoci che la specie umana ha cuccioli che nascono con la maggiore immaturità neurologica e necessitano di cure parentali molto più a lungo rispetto alle altre specie animali.
La programmazione è un fatto che già la biologia comprende: il “check” del nostro corpo, finemente regolato da fattori neurologici, endocrini e immunologici fa sì che la gravidanza sia possibile soltanto quando le condizioni di salute e nutrizione siano ottimali.
La biologia del nostro corpo, in termini di regolazione, non è cambiata molto rispetta a quella dei nostri antenati; invece è molto lontana da quel tempo in termini di abitudini.
Noi donne che viviamo nell’era della programmazione crediamo di poter gestire il momento della gravidanza senza renderci conto che al massimo, grazie alla contraccezione, riusciamo a evitare una gravidanza che non vogliamo o che rimandiamo, prese da altre pensieri, da altri desideri. E quando prendiamo la decisione di lasciarci andare alla ricerca di un figlio pretendiamo che arrivi nei tempi desiderati, senza tener conto che la biologia prevede tempi non sempre immediati per il concepimento. Allora cominciamo a stressarci con test di ovulazione, calendari mestruali, attenta programmazione dei rapporti, vitamine, senza renderci conto che questo stress stimola la produzione di alcuni ormoni che possono influire sul ciclo mestruale, rendendo la gravidanza molto più difficile!

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La Neotonia

Il bambino nasce incompiuto rispetto al mondo che lo circonda e a ciò che prova il suo corpo, vissuto come parte dell’ambiente, dunque esterno a sé stesso. Questo stato di incompiutezza si chiama neotonia.
La neotonia è la causa delle sue sensazioni di smarrimento, come dell’angoscia che il lattante prova sentendosi incapace di sopravvivere senza l’aiuto di qualcuno. Di questo stato di smarrimento ha parlato anche Freud (Hilflosigkeit), considerandolo come il fondamento dell’angoscia.
Lo stato di smarrimento che vive il neonato non è un’ipotesi: lo stress perinatale è una realtà legata all’eccessivo bombardamento che il suo sistema nervoso subisce e che si esprime con segni evidenti come tachicardia, bradicardia, pause respiratorie, apnee, protrusioni, perturbazioni sonno/veglia.[/vc_message]